Inquinamento e cambiamenti climatici: puntare sull’informazione per sensibilizzare

Lo scorso 30 novembre, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha diffuso un nuovo report sulla qualità dell’aria in Europa. I risultati mostrano come l’inquinamento atmosferico continua a essere il principale fattore di rischio ambientale per la salute portando a morte prematura e sviluppo di tumori, patologie cardiache e respiratorie.

“Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita”, ha commentato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA. “Inoltre, ha un impatto economico notevole, poiché aumenta i costi sanitari e riduce la produttività con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori dell’economia”.

La maggior parte delle città europee è ancora esposta ad alti livelli di inquinanti atmosferici, considerati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) nocivi sia per la salute sia per l’ambiente. Essi sono rappresentati soprattutto da particolato (PM), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2), cui si aggiungono benzopirene, anidride solforosa e monossido di carbonio.

Queste sostanze alterano i normali ecosistemi con un impatto negativo non solo sull’uomo, ma anche su flora e fauna, portando ad esempio allo scioglimento dei ghiacciai, all’acidificazione degli oceani, alla desertificazione e all’estinzione di specie animali e vegetali.

Nell’era della comunicazione digitale, i mezzi d’informazione italiani ed europei, dovrebbero dedicare più spazio ai temi legati all’ambiente e alla sostenibilità creando da una parte un pubblico nuovo che possa appassionarsi e conoscere queste tematiche, e dall’altra stimolando i grandi editori a mantenere viva l’attenzione su questo settore.

È quanto emerge da uno studio, giunto alla sua seconda edizione, reso noto lo scorso 27 novembre a Roma, organizzato da Pentapolis, Lumsa e Osservatorio di Pavia, assieme al Progetto Osservatorio Eco Media. Ricercatori, giornalisti, esperti della comunicazione e del settore ambientale, hanno monitorato in questi due anni l’interesse dei media verso l’ambiente e la sua tutela con l’obiettivo di sviluppare un piano che possa portare: a un interesse generale; a una partecipazione collettiva nei confronti della sostenibilità ambientale; e a nuovi studi di ricerca con erogazione di borse di studio.

“La ricerca ha rilevato la presenza dell’ambiente nel 6,7% dei servizi dei TG italiani, in metà dei quali è risultato centrale”, ha spiegato Stefano Mosti, Presidente dell’Osservatorio di Pavia. “Le notizie negative dominano su quelle rassicuranti e positive, con una prevalenza dei servizi di cronaca su temi emergenziali come terremoti, alluvioni, epidemie o di routine stagionali come il maltempo: neve e freddo d’inverno, caldo e afa d’estate, con aspetti ‘frivoli’ come le interviste in spiaggia”.

Enrico Esposto, direttore della ricerca per l’Osservatorio di Pavia, ha poi aggiunto: “Solo una quota minoritaria di servizi tratta aspetti quali i fenomeni naturali, il mondo animale o il patrimonio ambientale e, ancor meno, le best practices”.

L’analisi ha preso in considerazione anche notizie che ruotano attorno ai temi ambientali e alle energie rinnovabili, come calamità naturali, alimentazione biologica, risparmio energetico, emergenze idrologiche, raccolta differenziata, ecomafie, normative sull’impatto ambientale e mobilità sostenibile.

Per l’edizione 2014 sono state analizzate le principali testate giornalistiche nazionali, in particolare Il Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, La Repubblica e La Stampa, riferiti ai mesi di Luglio, Settembre e Ottobre. I servizi sull’ambiente hanno rappresentato il 35%  per “Il Sole 24 Ore”, il 25% per  La Stampa, il 22% per Il Corriere della Sera e il 18% per La Repubblica.

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Servizi sull’ambiente nei quotidiani italiani e loro distribuzione all’interno del giornale riferiti all’anno 2014. Fonte: Report EcoMedia 2014

Nell’edizione 2015, invece, sono stati presi in esame i principali telegiornali italiani, trasmessi in particolare sulle seguenti emittenti nazionali Rai1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1 e La7. Il periodo monitorato è stato di nove mesi, da gennaio a settembre. Sono stati presi in considerazione sia servizi che hanno l’ambiente come argomento principale sia notizie dove l’ambiente appare in secondo piano o addirittura come sfondo.

Nelle notizie che hanno come argomento principale l’ambiente, al primo posto si posizionano i servizi sulla Natura, in cui si parla del mondo animale e della valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico, seguito in seconda posizione dalle best Ppactices per la salvaguardia e tutela dell’ambiente.

L’impatto mediatico nei TG  segue un andamento diverso. Alcuni temi si prestano più di altri a essere ripetuti e ripresi da più testate. Analizzando questo aspetto lo studio ha mostrato come servizi su le best practices siano unici e saltuari rispetto a quelli su calamità e meteo che vengono ripetuti in modo continuo (quasi seriale), soprattutto nel caso di notizie a impatto negativo (terremoti, tempeste, temperature da record, scandalo Volkswagen).

Con l’obiettivo di fornire una panoramica più completa, lo studio ha preso in esame anche i telegiornali internazionali delle emittenti inglese BBC ONE, francese France2 e spagnola TVE La1, prendendo in considerazione i primi sette mesi del 2015.

Sono stati analizzati 34.736 servizi per i sette TG italiani (1 gennaio 2015 – 30 settembre 2015) e 13.112 per i tre TG europei (1 gennaio 2015 – 30 luglio 2015): in entrambi i casi, il tema Ambiente si posiziona al decimo posto con percentuali però diverse (3,3% per l’Italia, 4,9% per l’Europa).

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Confronto tra TG italiani e TG europei: l’agenda dei notiziari riferita all’anno 2015. Fonte: Report EcoMedia 2015

Il confronto tra i due rapporti deve tenere sicuramente in considerazione la diversità delle fonti. Utile però è vedere il differente approccio dei vari mezzi di comunicazione rispetto ai temi ambientali: entrambi, stampa e telegiornali, danno molto spazio a calamità naturali o incidenti ambientali, ma nei TG molta importanza è data al meteo, cosa che non avviene sulla carta stampata, mentre le notizie riguardanti le best practices si posizionano al secondo posto nei giornali e all’ultimo nei telegiornali.

In conclusione, lo studio sottolinea come giornali e telegiornali danno ancora poco spazio alle notizie relative ai temi dell’ambiente. Chissà se il rapporto eco-media 2016 prenderà in considerazione anche i nuovi media (Internet, social network) per fornire un quadro più ampio e dettagliato sulla diffusione delle informazioni.

I dati Censis sui consumi mediatici degli italiani nel 2015 mostrano come la televisione resta il mezzo di comunicazione per eccellenza. Secondo i sondaggi i telespettatori rappresentano il 96,7% della popolazione italiana. Per gli italiani l’appuntamento fisso per ricevere notizie e informazioni è rappresentato dal telegiornale. L’audience dei principali TG italiani dal 2010 a oggi non è scesa. Dai dati Agcom relativi all’ascolto medio nel 2013, il TG giorno di Rai1 è seguito da 4,1 milioni di italiani e quello di canale 5 da 3,2 milioni di italiani. La sera si sale con 5,2 milioni e 4,2 milioni di telespettatori, rispettivamente.

La televisione rappresenta il mezzo di comunicazione a cui accede oltre il 95% della popolazione italiana. Il Censis l’ha definita “La regina dei media”. Anche a livello internazionale la TV resta al primo posto come mezzo di informazione, dove la percentuale non scende mai al di sotto del 90%.

Infine, dalla relazione annuale 2014 dell’Agcom in tema di Comunicazioni in Italia, emerge come sia importante puntare sui mezzi di comunicazione maggiormente utilizzati dagli italiani per informarsi, con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica. Una strategia che potrebbe rivelarsi ad esempio utile per sensibilizzare e informare l’intera popolazione verso gli effetti dei cambiamenti climatici e le tematiche ambientali.

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Mezzi utilizzati per informarsi: confronto internazionale (% pop.). Per gli USA, il dato è relativo agli individui che utilizzano i mezzi “regolarmente”, mentre per l’Italia e il Regno Unito il dato è riferito agli individui che utilizzano i mezzi in generale. Fonte: elaborazioni Agcom su dati SWG per l’Italia (2013), The Pew Research Center, Trends in News Consumption: 1991-2012: In Changing News Landscape, Even Television is Vulnerable, per gli Stati Uniti (2012), Kantar Media per Ofcom, Measuring News Consumption and Attitudes, per il Regno Unito (2012)

 

FONTI

– European Environment Agency (EEA)

http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-cittadini-europei-sono-ancora

Report: http://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2015

– Osservatorio di Pavia

http://www.osservatorio.it/

Report: http://www.osservatorio.it/download/ReportAmbiente2015.pdf

– World Health Organization (WHO)

http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs313/en/

Censis

12° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione: http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=121009

– Agcom

Report:http://www.agcom.it/documents/10179/1492227/Documento+generico+15-07-2014/9bf782a8-6bd3-4e02-a3b2-6482e7f5e29b?version=1.4

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