Le comunità energetiche: a che punto siamo?

Si parla ormai da qualche anno di comunità energetiche e la legge regionale della Lombardia del 23 febbraio 2022 “Promozione e sviluppo di un sistema di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Lombardia. Verso l’autonomia energetica” ha già quasi un anno. Quali sono i punti salienti della Legge Regionale? Come si presenta oggi la situazione e quali le previsioni per un prossimo futuro? Quali sono i vantaggi nell’attivare una comunità energetica, quali i costi e incentivi? Lo abbiamo domandato all’Assessore all’ambiente e clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. E così possiamo riassumere la sua risposta.

Per realizzare una transizione energetica concreta e per cambiare i comportamenti delle persone relativamente all’utilizzo e al consumo di energia due potrebbero essere le vie da intraprendere subito. Una di queste riguarda il sistema di distribuzione e utilizzo e l’altra quella di introdurre sul mercato una tecnologia innovativa sostenibile sia economicamente che socialmente. Le due vie potrebbero essere complementari e cambiare veramente il modo di trattare il sistema energetico nell’agire quotidiano delle persone. La prima via che dovremmo considerare già attuata in molte parti del mondo è quella della realizzazione di comunità energetiche. Una comunità energetica è un’associazione composta da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e prevede l’autoconsumo, ossia la possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici, attraverso un modello basato sulla condivisione. Si tratta dunque di una forma energetica collaborativa, incentrata su un sistema di scambio locale per favorire la gestione congiunta, lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. Il 26 dicembre 2021 entra in vigore il decreto legislativo che attua la direttiva europea 2019/944 sulle norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica. Da tale decreto legislativo derivano le leggi regionali attuative tra cui quella della Lombardia del 23 febbraio 2022.

Gli abbiamo poi chiesto quali sono i punti salienti della legge dal punto di vista organizzativo e quali enti sono coinvolti. Qui di seguito parte della risposta: “ Regione Lombardia guarda con favore alla creazione di comunità energetiche (CER) e intende sostenerle, così come previsto dal Piano Regionale Energia Ambiente e Clima (Preac). Regione Lombardia vuole accompagnare le realtà locali nella costruzione di queste Comunità. Nella nuova legge viene istituito un centro di competenze con funzioni di guida e di supporto nel processo di formazione delle comunità energetiche, per l’individuazione sia del modello di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia, sia del percorso giuridico di formazione della CER. Inoltre, la nuova legge regionale prevede specifici contributi per finanziare gli impianti di produzione ed accumulo di energia delle CER anche nell’ambito dei fondi per lo sviluppo regionale 2021-2027.”

L’assessore sottolinea inoltre il fatto “che Le CER inoltre possono costituire in particolare una struttura vocata alla solidarietà, che fornisce sostegno a chi versa in condizioni di fragilità e di povertà energetica purtroppo molto diffuse, e che il recente aumento delle bollette energetiche ha certamente contribuito a peggiorare. Esse infatti permetteranno anche di abbassare significativamente il costo delle bollette, attraverso la realizzazione di una rete diffusa di impianti di autoproduzione e accumulo energetico che servirà i fabbisogni di abitazioni private, aziende, ospedali, scuole ed enti locali, riducendo i costi energetici.”

Dalla risposta si comprende l’utilità delle CER , soprattutto nella situazione geopolitica che stiamo vivendo, come un aumento, per il momento incontrollabile, del gas che incide sul reddito, sulla qualità della vita di molti cittadini e sulla produttività di aziende, acuendone la fragilità e la sostenibilità.

Ma qual è oggi la situazione in Lombardia? “Al momento se ne contano poche unità in Lombardia. Ma con l’approvazione della nuova legge ci aspettiamo che verranno create entro il 2030 dalle 3.000 alle 6.000 comunità energetiche. Questo consentirà un incremento di potenza fotovoltaica installata compreso tra 600 e 1.300 MW, coincidente con un valore variabile tra il 13 e il 29% dell’obiettivo di sviluppo del fotovoltaico in Lombardia al 2030.” Risponde ancora l’Assessore “ Il governo regionale è pronto a supportare questa diffusione. Le comunità energetiche prevedono infatti la produzione di energia elettrica in impianti sostenibili e in un territorio circoscritto, consentendo poi ai cittadini e imprese di scambiarla tra loro nella logica del risparmio e dell’abbattimento degli sprechi.

Secondo le previsioni, che in verità ci appaiono ottimistiche vista la situazione politica del momento, l’incremento delle CER sarà sicuramente un valido aiuto per una ripresa economica soprattutto al livello della Regione Lombardia, ma quali saranno i reali vantaggi e gli eventuali svantaggi nell’attivazione di una CER?

Il Piano Regionale Energia Ambiente e clima in Lombardia prevede entro il 2030: la riduzione di un terzo dei consumi energetici e, contemporaneamente, il raddoppio della produzione di energia da fonti rinnovabili. Da uno studio del Politecnico si stima che le comunità che possono nascere in Lombardia nei prossimi anni consentiranno di contribuire fino al 30% all’incremento previsto della produzione di fonti rinnovabili. Il risparmio energetico rappresenta un tassello in un percorso di cambiamento che dobbiamo fare in questo decennio e completare nei prossimi tre decenni e che, per rilevanza, è paragonabile solo alla rivoluzione industriale. Siamo infatti davanti ad un tempo in cui dovremo cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo energia. In questo quadro, uno strumento che consente di favorire dal basso la consapevolezza e l’iniziativa dei territori è quello delle comunità energetiche. La transizione energetica ci tocca sempre più da vicino e, se vogliamo combattere davvero i cambiamenti climatici, dobbiamo rimboccarci tutti le maniche. Solo il 15% del totale, oggi in Lombardia, è l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili.”

Nella risposta si comprendono bene i vantaggi dell’attivazione di una CER ma non si fa cenno alle possibili difficoltà che potrebbero derivare da un adattamento della rete energetica e dalla dipendenza non del tutto chiarita ancora dalle multinazionali dell’energia.

Ma quali possono essere i costi per un’attivazione di una CER e quali gli eventuali incentivi regionali?

L’assistenza tecnica e il sostegno economico e finanziario sono esplicitati nell’Art.3 della Legge Regionale anche se si parla ancora di una fase “di promozione della cultura dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, nonché di iniziative formative e informative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti locali finalizzate alla diffusione delle CER” più che di una fase di realizzazione vera e propria. Comunque secondo l’Assessore Cattaneo sembra che gli incentivi siano possibili da subito: “I finanziamenti previsti dalla legge regionale prevedono una spesa per il funzionamento della CERL quantificabile in euro 400.000,00 per il 2022. A partire dagli esercizi successivi al 2022 la spesa è rideterminabile con legge di approvazione dei singoli esercizi finanziari. Le spese per le misure di sostegno di cui all’articolo 3 sono previste rispettivamente in euro 1.500.000 nel 2022 e in euro 10.000.000 per ciascun anno del biennio 2023-2024. Le spese per la realizzazione del sistema di monitoraggio di cui all’articolo 5 sono invece previste fino a un massimo di euro 400.000 nel 2022. Inoltre, per attuare questa legge possono concorrere le risorse vincolate provenienti dallo Stato, dalla UE , come i fondi previsti dal Pnrr, dove la Missione 2 stanzia 2.200 Ml di euro, di cui 1.600 Ml di euro destinati alle CER e 600 Ml per la realizzazione di configurazione di autoconsumo collettivo (CAC).”

Dalle risposte dell’Assessore sembrerebbe che la Regione Lombardia sia pronta a percorrere la via della transizione energetica attraverso le CER, ma a noi sembra ancora che ci siano molte questioni aperte, soprattutto di adattamento della rete di distribuzione, come già detto in precedenza, ma anche e soprattutto sui tempi e sui modi di realizzazione, sul chi fa e come lo fa e a vantaggio di chi.

Ancora una volta il nostro dubbio è sulla gestione di una transizione energetica che dovrebbe essere a favore di un cambiamento sociale ed economico di tutta una comunità. Le comunità energetiche, infatti, dovrebbero andare oltre la soddisfazione del fabbisogno energetico ma incentivare la nascita di nuovi modelli socioeconomici caratterizzati dalla circolarità. In una comunità energetica i soggetti sono impegnati nelle diverse fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia, secondo i principi di responsabilità ambientale, sociale ed economica e partecipazione attiva in tutti i processi energetici.

Foto di Prawny da Pixabay

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