I cambiamenti sociali della capitale inglese in vista delle Olimpiadi 2012

 

Il quartiere di Stratford, nell’East End di Londra, è il protagonista assoluto delle olimpiadi 2012 che si svolgeranno a Londra, tra polemiche e malumori, perché costerà circa 14,7 miliardi di sterline ai contribuenti.

In  un periodo critico per la Gran Bretagna in cui i circoli giovanili, biblioteche sociali chiudono, nel quale il welfare ha subito tagli di enorme entità e di impatto sociale, nel quale il tasso di disoccupazione e la povertà stanno salendo in modo esponenziale, lo sfarzo olimpionico appare surreale. Quasi simbolico l’enorme monumento che somiglia ad un’ernia attorcigliata che esce dalla terra e che svetta in tutta la sua grandiosità nell’Olimpic Park e che prende in parte il nome del suo donatore Lakshmi Mittal, l’uomo più ricco della Gran Bretagna, il nome dell’opera AncelorMittal Orbit.
Accanto all’olimpic Park sorge lo stadio olimpico il cui futuro è ancora incerto.

Le consultazioni elettorali del 03 maggio

Il 3 maggio i londinesi andranno a votare per le elezioni del sindaco, ma la probabilità che vincano i conservatori è molto elevata, quindi non vi sarà soluzione di continuità nella corsa alle spese folli che si sono sostenute per ospitare le olimpiadi.
I londinesi dell’East Land e l’opinione pubblica in generale non hanno accolto con favore questa decisione, accusando il governo di aver sostenuto una spesa enorme che sarà pagata dai contribuenti già piegati e piagati.

Ritiro degli investitori privati

Le olimpiadi scintillano come una stella cometa ma i giochi olimpici non sono purtroppo un’utopia sportiva.
Inizialmente le olimpiadi dovevano essere finanziate dai privati che hanno ritirato le loro promesse di investimento nel 2008 quando la crisi economica è cominciata a  farsi sentire in modo serio.
Di conseguenza, nel 2009, il governo e il sindaco di Londra hanno dovuto ammettere che le olimpiadi sono state nazionalizzate dal punto di vista economico e quindi interamente a carico dei contribuenti.

La posizione dei sindacati britannici

Len McClusckey, segretario generale dell’Unite, la più grande organizzazione sindacale britannica, nel corso di un’intervista rilasciata a The Guardian, ha dichiarato “distruttive le olimpiadi, foriere di ulteriori tagli alla spesa pubblica.”
In gran Bretagna, i movimenti di protesta e di disobbedienza civile, organizzeranno grandi manifestazione nel periodo delle olimpiadi, Luglio 2012.
Non si esclude uno sciopero generale che sarà indetto dall’Unite in quel periodo.

La represssione promessa dal Governo britannico 

E qui si inserisce un’altra nota dolente: il governo ha minacciato una dura repressione nel caso si verificassero boicottaggi o “ incidenti” nel corso del tanto atteso evento.
I giochi olimpici stanno divenendo strumento per implementare il sistema di repressione e di militarizzazione della Città.
L’opinione pubblica ha ben in mente le scene di violenta repressione da parte delle forze dell’ordine in occasione delle proteste studentesche trasmesse da tutti i media.

La militarizzazione

Con le olimpiadi Londra sarà militarizzata: missili terra-aria, navi della flotta Reale ormeggiate a largo, soldati dislocati su tutto il territorio londinese: il comitato organizzativo olimpionico di Londra ha stimati che 10.000 guardie di sicurezza sarebbero state insufficienti e quindi ha messo in campo 13.500 militari, 4000 in più di quelli che sono attualmente impiegati in Afghanistan.
Le olimpiadi forniranno l’opportunità di testare l’equipaggiamento di Hytech, in un contesto Urbano, Droni aerei leggeri voleranno sul cielo di Londra, mentre “quadri di reazione con armi da fuoco combinate” saranno impiegate in città. Un apparato mostruoso che costa un miliardo di sterline.
Viene in mente Genova, nel 2001, e si spera che le forze dell’Ordine non mettano in atto gli stessi metodi “cileni” adottati per reprimere ed estinguere i movimenti di opinione pubblica.

Inattivismo della gente

 Siamo in un periodo storico in cui le persone sono sconvolte dalle riforme radicali  che stanno mutando la loro vita con un conseguente depauperamento. Non reagiscono subito per difendere ciò che in altri periodi storici non avrebbero ceduto, organizzando proteste immani e radicali.
In un’intervista del “Venerdì di Repubblica” il sociologo inglese Gavin Poynter, docente di scienze sociali all’East London Society e autore del saggio “Olympic Cities 2012 and the remakin of London”, nel quale esamina l’impatto economico e sociale dell’evento olimpico su Londra, parla di tendenza al gigantismo e della corsa delle città a vincere l’assegnazione dei giochi, come se si trattasse di un primato nazionale da ottenere ad ogni costo.

Distribuzione dello spazio urbano

Si può affermare quanto risulti difficile combinare l’organizzazione di un grande evento sportivo con le esigenze dello spazio urbano.
Ad esempio alcuni effetti economici e urbanistici immediati possono apparire e sono positivi: l’East Land sarà il quartiere di Londra dotato delle migliori infrastrutture di trasporti rispetto a tutto il tessuto urbano.

Esigenze della popolazione residente specie delle classi sociali meno abbienti

Purtroppo il quartiere è popolato da persone disagiate e per lo più non di origine britannica, e sinora, nonostante il disagio, si era riusciti a raggiungere un equilibrio che rischia di essere distrutto.
Gli alloggi olimpici, monolocali e bilocali, non certo adatti ad ospitare famiglie, spesso numerose, che popolano il quartiere, rischia di ricreare l’ennesimo effetto di gentrificazione: l’occupazione di uno spazio risanato che verrà occupato dalle classi medie e l’allontanamento della gente più povera in quartieri ancora più periferici.

Le aree verdi

Certo, la riqualificazione dei quartieri con spazi verdi, case costruite con materiali di alta qualità e basso impatto ecologico, nuove connessioni ed alta vivibilità sono elementi di per sé positivi se non portassero conseguenze quali la migrazione di coloro che fino ad ora hanno abitato per gli affitti alti ascrivibili agli elevati costi di gestione.
Ovviamente il sindaco della città, il conservatore Boris Johnson ha dichiarato che “ Londra non è solo la capitale della finanza ma anche capitale economica, politica, artistica, culturale e soprattutto ecologico, pronta a proiettarsi nelle olimpiadi del 2012”.
L’improntitudine di tale affermazioni è evidente visto che la Gran Bretagna è in forte crisi e rischia il baratro economico.
Per concludere e sottolineare l’ipocrisia della facciata brillante di questo evento è interessante e opportuno citare un lungo reportage dell’Indipendent, una giornalista del quale si è recata in Indonesia, nella città industriale di Tangerang,  dove ha verificato che Adidas partner ufficiale di Londra 2012, si serve di varie fabbriche in appalto per produrre scarpe e abbigliamento sportivi che saranno utilizzate dagli atleti.
Ciò che ha trovato è “ una seria di fabbriche dove mancano i diritti basilari, lavoratori sfruttati che producono fino a 65 ore la settimana per paghe misere, subiscono abusi verbali e fisici, sono costretti a fare straordinari non pagati, e sono puniti se non raggiungono standard elevatissimi di produzione.
Nonostante tutto ciò Cameron, asserisce che le Olimpiadi saranno un buon affare a che porteranno un bonus all’economia nazionale sotto forma di turismo e commercio e saranno una grande operazione di marketing.
Adesso non ci resta che aspettare ciò che accadrà durante e dopo le olimpiadi.

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