Edifici verdi per migliorare l’efficienza energetica

Sebbene occupino solo il 3% della superficie del pianeta, le città sono responsabili dell’80% delle emissioni globali di CO2 e di circa i due terzi delle emissioni mondiali del consumo di energia (UNEP, Emissions Gap Report 2016).

Le infrastrutture verdi sono una soluzione importante per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra nelle città. 

Per questo è importante che le città crescano in modo sostenibile, per poter continuare a offrire un buon livello di vita ai propri abitanti.

Rendere le città più verdi fa parte del Green Deal europeo, la cui sfida principale è la riduzione delle emissioni di CO2. Piantare alberi e sviluppare aree verdi nelle città può contribuire in modo significativo a ridurre queste emissioni, migliorare la qualità dell’aria e creare spazi verdi piacevoli e rilassanti per la popolazione. 

L’uso del verde nell’edilizia ha anche altri vantaggi. Gli edifici che utilizzano la vegetazione per i loro tetti hanno un impatto positivo sull’efficienza energetica. Le coperture verdi aiutano a mitigare le temperature estreme, sia in estate che in inverno, proteggendo così gli interni degli edifici dal calore e dal freddo e riducendo di conseguenza la necessità di utilizzare l’energia per il riscaldamento o il raffreddamento.

Inoltre, le piante hanno un altro prezioso ruolo nella vita delle città: quello di filtro contro l’inquinamento, migliorando così la qualità dell’aria e di conservazione della biodiversità.

Quindi, non solo migliorano l’ambiente circostante ma contribuiscono anche a rendere le nostre città più sostenibili. Questa è una delle azioni che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della strategia sulla biodiversità per il 2030.

Inoltre, l’uso di piante alimentari sugli edifici è particolarmente interessante per la produzione di cibo a livello urbano, oltre che per l’ombreggiatura e l’attenuazione della temperatura interna degli edifici. 

L’agricoltura urbana porta dei benefici a quella che è la filiera corta (detta Km zero), mettendo a disposizione dei cittadini-consumatori prodotti alimentari garantiti a livello igienico, sanitario e ambientale, oltre a generare occupazione e creare valore economico.  

Le vertical farm sono un esempio di agricoltura urbana sostenibile e all’avanguardia. Utilizzando tecnologie a ciclo chiuso, energia rinnovabile e sistemi di illuminazione a LED, queste strutture agricole permettono di coltivare piante alimentari in ambienti controllati, eliminando l’impatto del trasporto e della distribuzione del prodotto, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Inoltre, il riciclo dell’acqua e il controllo dei patogeni garantiscono una produzione sicura e salubre. La produzione alimentare con le vertical farm nelle città comporterebbe di ridurre naturalmente le emissioni di CO2, i trasporti, l’energia fossile e il consumo di suolo. La sostenibilità energetica e ambientale di questa tecnologia trova la sua piena espressione se associata alla dimensione dell’economia circolare del processo produttivo oltre che all’utilizzo dell’energia rinnovabile.

A tal proposito, è stata avviata una ricerca presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia, nell’ambito del programma RdS sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. La piattaforma dimostrativa è stata realizzata sull’edificio “Scuola delle Energie”, dotato di una grande parete verde con piante rampicanti, allevate in vasi ed ancorate ad una struttura reticolare fissata con supporti distanziati di 60 cm dalle facciate dell’edificio, e di una struttura di tetto verde della superficie di 80 m².   

≪Grazie a un sofisticato sistema di sensori per il monitoraggio microclimatico, abbiamo verificato che le coltri vegetali messe a copertura del solaio e delle pareti esterne dell’edificio prototipo presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia, vicino a Roma, sono in grado di mantenere le temperature superficiali al di sotto dei 30 °C e quindi di evitare le forti variazioni termiche che si verificano a livello delle superfici di tetti e pareti privi di vegetazione, che raggiungono picchi di temperatura di oltre 50 °C nelle ore più calde≫, spiega la ricercatrice Arianna Latini, del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica.

Dunque, l’inverdimento delle città europee può avere un impatto enorme sulle emissioni di gas serra. Secondo stime recenti, elaborate nel Rapporto Tecnico ENEA, se si riuscisse a inverdire il 35% della superficie urbana dell’UE (ovvero più di 26.000 km²), si potrebbero evitare 55,8 Mton di CO2 all’anno. Inoltre, la riduzione della domanda di energia per il raffreddamento degli edifici in estate potrebbe arrivare a 92 TWH, con un valore attuale netto di oltre 364 miliardi di euro (ENEA, Gli ecosistemi vegetali per la rigenerazione ecologica delle città).

Questi interventi sarebbero urgenti per contrastare il riscaldamento globale e i suoi impatti negativi sulla salute, l’ambiente e la biodiversità.

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto sempre più evidente sulle nostre città, sia in termini di temperatura che di inquinamento. Da qui la necessità di intervenire al più presto per contrastare gli effetti negativi del riscaldamento globale. Tra le iniziative da intraprendere per ridurre i consumi di energia fossile, la climatizzazione estiva rappresenta un aspetto importante: con un trend in crescita, questo settore rappresenta circa il 30% dei consumi complessivi. Inoltre, le isole di calore e le ondate di caldo sono eventi sempre più frequenti nei mesi estivi, con conseguenze negative sulla salute delle persone e sull’ambiente. Pertanto, è necessario agire tempestivamente per ridurre l’inquinamento ambientale e preservare la biodiversità.

Foto di Pawel Czerwinski da Unsplash

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