Lo stretto legame tra salute, ecosistemi e clima

La pandemia da Covid19 è stata più volte collegata alla crisi ecologica e climatica, non solo per i parallelismi dei vari ruoli di società, scienza, informazione e politica, ma anche per possibili connessioni causa-effetto. Non si può stabilire così facilmente se l’attuale crisi sanitaria sia direttamente collegata al cambiamento climatico; d’altra parte, però, si conoscono da tempo le relazioni che intercorrono tra salute, ecosistemi e clima.

Nel radio-documentario che segue, abbiamo analizzato il rapporto tra possibili pandemie e distruzione degli ecosistemi con Isabella Pratesi, direttrice del progetto Conservazione del WWF Italia. Dopodiché, allargando il punto di vista, abbiamo parlato con Luca Mercalli, noto meteorologo e glaciologo, del cambiamento climatico e del concetto di “confini planetari”.
Dopo aver ascoltato il radio-documentario “Salute, ecosistemi e clima”, è possibile approfondire il ruolo che ha il cambiamento climatico sulla diffusione di malattie infettive e, in generale, sulla salute umana, con anche un focus sulle conseguenti necessarie azioni politiche.

Buon ascolto!

Radio-documentario “Salute, ecosistemi e clima”

Le due interviste sono state realizzate a maggio 2020.

Clima e salute

Per quanto riguarda specificamente gli impatti del cambiamento climatico sulla salute, è interessante leggere l’esaustivo Special Report su salute, ecosistemi e clima per la COP24 (la ventiquattresima conferenza sul clima delle Nazioni Unite) del 2018 a Katowice. Il Rapporto è stato commissionato all’Organizzazione Mondiale di Sanità dal presidente della COP23 (svoltasi nel 2017) ed è basato sul contributo di oltre 80 esperti, professionisti, rappresentanti della società civile e di agenzie internazionali.

Il rapporto della COP24, innanzitutto, distingue gli impatti sulla salute diretti dagli impatti indiretti.
Gli impatti diretti riguardano: effetti psicologici dell’esposizione alle alte temperature; insorgenza di malattie non trasmissibili (soprattutto respiratore e cardiovascolari); infortuni e morti per eventi meteo estremi come ondate di calore, inondazioni, incendi, tempeste tropicali.
Gli impatti indiretti, invece, si distinguono in due tipologie principali: quelli dovuti ai cambiamenti ecologici e quelli dovuti alle risposte umane a tali cambiamenti. Nella prima fascia cadono l’insicurezza alimentare e idrica e la diffusione di infezioni cosiddette climate-sensitive; nella seconda, si trovano principalmente le (conseguenti) migrazioni climatiche e la riduzione dell’accesso ai servizi sanitari.

Il rapporto mette in luce altresì l’esacerbarsi di differenze sociali a causa degli impatti sulla salute legati alla crisi climatica. Per esempio, donne e bambini dei paesi poveri sono spesso i più colpiti, sostanzialmente a causa dei propri ruoli nella vita domestica, come la raccolta dell’acqua. Dall’altro lato, gli agricoltori maschi hanno una più alta probabilità di suicidarsi durante i periodi di siccità.

Clima e malattie infettive

Volendo collegarci all’attualità, il rapporto scritto per la COP24 ci ricorda anche come la crisi climatica in corso aumenti la capacità di diffusione dei vettori di malattie infettive, proprio come diceva Isabella Pratesi nel radio-documentario. Se pensiamo alle zanzare che diffondono la febbre Dengue, la loro capacità di trasmissione è aumentata di circa Il 10% dagli anni ’50. In generale, poi, l’innalzamento delle temperature può accrescere i livelli di agenti patogeni presenti nel cibo e le sempre più frequenti inondazioni possono aumentare il rischio che gli agenti patogeni si diffondano attraverso il bestiame.

I cambiamenti climatici stanno anche modificando la distribuzione geografica delle malattie infettive in aree precedentemente non esposte, come Europa e Nord America: oltre alla già citata febbre Dengue, si parla di Malaria, febbre del Nilo Occidentale, malattia di Lyme e altre.

Le ondate di calore

Come accennava anche Luca Mercalli nel radio-documentario, le ondate di calore sono particolarmente “efficaci” ad uccidere le persone in poco tempo. Lo Special Report riporta che dal 2000 al 2016, ci sono state circa 125 milioni di persone in più esposte ad ondate di calore. Mai dimenticare, a questo proposito, l’ondata di calore dell’estate 2003 in Europa che fece circa 70 mila morti.

Come è possibile osservare dal grafico qua sopra, le ondate di calore sono aumentate di pari passo alla temperatura media tra il 1961 e il 2018. I due grafici di seguito, invece, mostrano quanto la temperatura del 2018 nei capoluoghi di provincia/città metropolitane italiane sia in media più alta rispetto al passato; confrontata con la temperatura media, rispettivamente, del decennio 2007-2016 e del periodo 1971-2000.

Covid-19: un assaggio del futuro

Secondo le stime pubblicate nello Special Report, nel complesso, “l’impatto del cambiamento climatico sulla salute potrebbe costringere 100 milioni di persone alla povertà entro il 2030”.
Su 250 mila morti all’anno, tra il 2030 e il 2050, di queste, 38 mila saranno dovute all’esposizione degli anziani al calore, 48 mila alla diarrea, 60 mila alla Malaria e 95 mila alla denutrizione infantile; questo secondo una “stima prudente” riportata nel documento.

Com’è evidente, l’attuale crisi da Coronavirus potrebbe essere, per così dire, un semplice assaggio di quello che può aspettarci nel futuro prossimo e remoto. Per questo motivo, è vitale che la prossima (e decisamente la più importante per l’applicazione dell’Accordo di Parigi) conferenza ONU sul clima – la COP26 – rimandata causa pandemia, impegni i paesi di tutto il globo a disegnare non un futuro migliore, ma un futuro vero e proprio.

Clima e azione politica

Nello stesso anno della COP24, considerata l’importanza di questi temi, è stata siglata da 500 ricercatori di 27 paesi diversi la Carta di Roma. La Carta è stata scritta in occasione del primo Simposio su clima e salute presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma e, rivolgendosi ai decisori politici, mette in luce i vari impatti sulla salute a causa della crisi ecologica.

Più recentemente, per gli eventi relativi alla COP25 a Madrid del dicembre 2019, l’UNEP (il Programma Ambientale delle Nazioni Unite) stima una riduzione necessaria del 7.6% delle emissioni di gas serra all’anno per restare sotto la fatidica soglia di aumento di 1.5°C (temperatura globale media) per fine secolo. La riduzione è chiaramente più repentina di quelle stimate negli anni precedenti, a causa, sostanzialmente, dell’inerzia politica nel pianificare solidi obiettivi climatici.

Sempre bene ricordare che l’IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), nel suo Special Report dell’ottobre 2018, stima un impiego del 2.5% del PIL mondiale in circa vent’anni per effettuare la transizione ecologica. Poca cosa se confrontato con quanto costa al mondo farsi del male: l’Institute for Economics and Peace, infatti, stima che nel 2018 – quindi in un solo anno – l’impatto economico per la violenza mondiale è stato dell’11.2% del PIL mondiale. Non sono dissimili gli ordini di grandezza degli anni passati.

Non è quindi un problema di disponibilità economica, ma di volontà politica. E la politica dipende dal voto dei cittadini, a partire dalle prossime decisive elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America.

Bibliografia

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Nasce la Carta di Roma: “Agire sul clima per difendere la salute dei cittadini”, 2018: https://asvis.it/home/46-3650/nasce-la-carta-di-roma-agire-sul-clima-per-difendere-la-salute-dei-cittadini#

Institute for Economics and Peace, Global Peace Index, 2019: http://visionofhumanity.org/app/uploads/2019/07/GPI-2019web.pdf

Interngovernmental Panel on Climate Change, Global Warming of 1.5°C, 2018: https://report.ipcc.ch/sr15/pdf/sr15_spm_final.pdf

United Nations Enviroment Programme, Emissions Gap Report, 2019: https://www.unenvironment.org/resources/emissions-gap-report-2019

World Health Organisation, COP24 Special Report Health and Climate Change, 2018.

World Health Organisation, Health topics/Climate Change: https://www.who.int/health-topics/climate-change#tab=tab_1

WWF Italia Onlus, Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi, 2020.

WWF Italia Onlus, Malattie trasmissibili e cambiamento climatico, 2020.

Audio ed effetti sonori radio-documentario “Salute, ecosistemi e clima” da YouTube Audio Library, www.findsounds.com e Incompetech.

Brani che necessitano di citazione:

Egmont Overture by Kevin MacLeod
Link: https://incompetech.filmmusic.io/song/3702-egmont-overture
License: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

The Snow Queen by Kevin MacLeod
Link: https://incompetech.filmmusic.io/song/4511-the-snow-queen
License: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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