Una dieta a base di insetti, una moda o il futuro?

Gli insetti fanno già parte della dieta di un terzo della popolazione mondiale. Sono circa 3.000 i gruppi etnici sparsi tra Africa, Asia e Americhe che praticano l’entomofagia, ma da ormai qualche anno si sta diffondendo sempre di più anche in parti del mondo dove non è usanza consumare questi animali.

Typhoon a Santa Monica in California è il primo ristorante ad avere inserito gli insetti nel menù. A seguire il suo esempio sono stati i fondatori di White and Church a New York e di Chapulines a Washington. L’idea si è presto diffusa anche in Europa: diversi paesi come Olanda, Germania, Danimarca e Inghilterra hanno scommesso su queste inusuali pietanze.
Verso la fine del 2013 è stato inaspettatamente inaugurato un ristorante di cucina esclusivamente entomofaga anche a Parigi: Le Festin Nu. In un video apparso su Le Monde online, Elie Daviron spiega i piatti principali proposti come larve malesiane con barbabietola e feta o bachi da seta con patate avocado e tapenade (salsa a base di capperi e olive). Il giovane cuoco del ristorante associa al gusto degli insetti quello dei sapori più famigliari per mettere a proprio agio il cliente che per la prima volta si avvicina a questa realtà e sembra che l’idea riscontri un certo successo.
Non mancano i foodblog e i ricettari: tra i più famosi Girl Meet Bugs, il Blog di Daniella Martin e “Si fa presto a dire insetto. La nuova era del cibo”, il libro di Marco Ceriani esperto di scienze delle preparazioni alimentari.

C’è chi parla di moda, come lo sono il sushi e la cucina molecolare, c’è chi vede nell’entomofagia una delle soluzioni per la fame nel mondo.
Secondo la FAO (Food and Agricolture Organization for the United Nations), l’allevatore di insetti sarà una delle professioni del futuro. Per questo dal 2011 promuove la produzione e il consumo di insetti nel mondo. Esistono almeno 1.400 specie di insetti edibili, sono facili da allevare e sono ricchi di nutrienti quali proteine, sali minerali e grassi e hanno il vantaggio di avere un minor impatto ambientale rispetto a bovini o suini.
Nella mente di noi italiani la parola insetto è associata a qualcosa di sgradevole, sporco o addirittura spaventoso. Eppure anche nel nostro paese cresce l’acquisto di insetti per uso alimentare umano. La fondatrice di Microvita, la prima azienda italiana specializzata nell’allevamento di insetti, ha dichiarato in un’intervista a La Stampa nel 2011 che sono sempre di più gli acquirenti con la passione dell’entomofagia.

Per citare un esempio italiano, il Museo di Scienze Naturali di Bergamo ogni estate, ormai dal 2007, dedica una serata al tema dell’entomofagia, proposto sia come percorso nutrizionale e storico-culturale sia come percorso gastronomico, con la possibilità di assaggiare alcuni piatti. Lo scopo, ci spiega Marco Valle (direttore del Museo) “è di far capire ai visitatori che gli insetti non sono così ‘schifosi’ come la gente li considera”. In molti paesi, non esclusivamente quelli che hanno carenze alimentari, questi piccoli animali sono parte integrante dell’alimentazione. Il Messico, ad esempio, ha una lunga tradizione di entomofagia, così come il Giappone.
Inoltre, a discapito di quello che si pensa, aggiunge Marco Valle, noi tutti già ingeriamo insetti ogni giorno con la normale alimentazione, perché presenti in forma macinata nelle farine ma anche nelle uova, nelle salse di pomodoro e altro. Ovviamente per legge non deve essere superato un certo quantitativo.
Per tornare alla specifica iniziativa del Museo di Bergamo, è interessante notare che la quantità di gente incuriosita che partecipa alla serata organizzata a base di insetti sia inaspettatamente elevata. Valle ci racconta che nonostante l’evento non sia particolarmente pubblicizzato e la gente sia libera di scegliere se assaggiare i piatti preparati oppure no, i visitatori ogni anno sono più di duecento. Circa tre chili di insetti accompagnano piatti a base di riso, gelati, cioccolatini e altro, e alla fine della serata è tutto esaurito. Vi sono addirittura gli affezionati, ci racconta, come un signore che ogni anno arriva apposta da Lucca.
A preparare i piatti sono due importanti cuochi italiani: Gaetano Orlando, che elabora pietanze a base di riso, e la pasticcera Nadia Bonazzola. Una gelateria di Bergamo fornisce gelati apposta e l’enogastronomo Davide Oltolini sceglie i vini più adatti da abbinare al menù della serata. Nell’ultima edizione il tema era “insetti e cioccolata”.
Nonostante la curiosità e il sempre maggiore diffondersi dell’entomofagia, Valle crede che in Italia sarà difficile che questa pratica prenda piede perché “l’alimentazione non è solo placare la fame ma ha tutta una ritualità, dei discorsi insiti nel nostro comportamento, nel nostro concetto di alimento e gli insetti per noi non sono un alimento… Nella nostra tradizione abbiamo molto utilizzato proteine provenienti dai legumi”. Proprio per questo è più facile che siano questi ultimi a sostituire la carne piuttosto che gli insetti.
Per quanto riguarda il sapore, racconta Valle, a esclusione di insetti molto particolari, come le camole del miele che hanno un piacevole retrogusto di mandorla, cavallette e simili sono piuttosto insipidi. Secondo gli entomologi torinesi bisogna spostarsi in paesi più esotici per gustare insetti più saporiti e carnosi.
L’entomofagia sarà una moda di passaggio o sarà davvero il futuro?

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